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TRE PONTI LUNGO LA VIA FRANCIGENA IN TOSCANA

Tre ponti lungo la via francigena in toscana

Toscana, 2012-2017
Testo:
La realizzazione complessiva di un progetto nato dalla vincita di un concorso internazionale è stata una virtuosa possibilità di indagare le relazioni tra aspetti tecnici e simbolici all’interno del tema della costruzione dei ponti, dialogando con gli ingegneri.
Il concorso chiedeva di progettare tre ponti da erigersi in Lunigiana (Toscana) lungo la valle attraversata dall’antichissima via Francigena.
Le richieste del bando favorivano tutto ciò, in quanto le stringenti necessità economiche esigevano unitarietà e standardizzazione delle componenti edilizie, per ridurre costi e tempi di costruzione. La qualità e specificità del luogo chiedevano un necessario radicamento al differente contesto specifico e una fondamentale componente narrativa del progetto da declinare, sia all’interno di ciascun ponte, sia a distanza, nella visione dell’intera sequenza dei tre ponti lungo la valle.
Il tracciato della via Francigena è per la valle della Lunigiana una sorta di antica e sottilissima spina dorsale lungo la quale si distribuiscono e stratificano nel tempo la successione degli eventi antropici: dalle steli neolitiche alle fortificazioni e ai castelli medioevali ai centri urbani alle opere infrastrutturali più recenti; la strada statale della Cisa e l’autostrada Parma-La Spezia.
Il progetto è stato una fortunata occasione per sperimentare una ricerca che vede nel tema del rapporto tra “figura” e “costruzione” uno dei miei centri di riflessione.
In particolare il progetto mi ha dato la possibilità di misurare i margini per un fondamento del progetto nella relazione tra topos, tipo e tettonica, i tre vettori definiti da K.Frampton, nella relazione tra luogo, tipologia insediativa e tipologia strutturale.
Il progetto individua un’unica sezione tipo e un unico tipo di ponte: il ponte sospeso, per declinare tre differenti strategie insediative e tre relative figure architettoniche che caratterizzano i tre diversi ponti siti, scendendo la valle, rispettivamente a: Castagnetoli sul torrente Teglia, a Milazzo sul torrente Mangiola e a Stadano sul fiume Magra all’entrata della valle in prossimità dell’autostrada.
Tutto il progetto è giocato nel tentativo di declinare un linguaggio architettonico, all’interno dell’oscillazione, operata con il progetto, tra caratteri di permanenza e omogeneità del tipo (e della figura statica relativa) e le deformazioni dello stesso tipo in funzione del suo radicamento ai diversi luoghi.
La scelta della figura statica, dei principi costruttivi sottesi, della sezione e degli altri elementi comuni individuati, trova ragione nell’intento di dare adeguatezza economica, carattere di omogeneità e di riconoscibilità nel paesaggio alla successione dei ponti lungo la valle.
Per i tre luoghi, sono previsti quindi tre ponti sospesi omogenei per molti aspetti: nelle componenti edilizie, nell’impalcato, nei materiali, nei dettagli e nei colori.
Ognuno dei tre ponti però, presenta delle sostanziali differenze, o meglio delle deformazioni rispetto alla tipologia canonica del ponte sospeso.
Le modificazioni delineate per ciascun ponte rispetto al tipo rispondono all’intento di instaurare un misurato radicamento dell’infrastruttura con il luogo, al desiderio di costruire una sorta di dialogo, tra manufatto, sito e implicitamente e anche se a distanza, tra i vari interventi lungo la valle.
Tre sono i punti dove si è agito maggiormente per costruire questa serie di deformazioni. Sul piano strettamente insediativo, i progetti si modificano in corrispondenza delle rive, nei punti in cui il ponte si radica al suolo. Sul piano strutturale e della figura complessiva l’articolazione del tipo avviene nella variazione dei modi in cui le catenarie si dispongono rispetto le antenne di sostegno. Un terzo livello avviene nella definizione delle antenne che sorreggono i ponti dove trovano ragione una sequenza di ulteriori strategie espressive sul piano del dettaglio.
Le pile sono l’unica parte rilevante in calcestruzzo. Tutto il ponte è invece in acciaio. La forma dell’antenna, la disposizione e rugosità delle casserature generano delle sottili differenze in ciascuna antenna, rispetto a specifiche ragioni insediative e strutturali.
Le antenne assumono in questo modo un grado di relativa autonomia figurativa costruendo ciascuna una sorta di “figura analoga” nel paesaggio che cerca di porsi in relazione di continuità con le “sacre steli“ menhir incisi di epoca preistorica ritrovati in questi luoghi, che segnavano l’entrata nella valle.

progetto Arch.
PA. Val, C. Ricci
progetto Ing.
M. De Miranda, E. Gnecchi Ruscone
collaboratori
A. Beggiao, M. Coletti, A. De Plama, A. Fagotti, L. Marinini, A. Petrone, A. Ponzone, A. Stievanin, A. Trentin

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